Collana Tesi
Multimedialità tra virtuale e reale
Il caso della Popina di Felix e Dorus (P VI 16 40)
Gabriele Pellegrini, Gianluca Ricciolini,
didapress
24x27 cm
64 pagine/pages
ISBN 978-88-3338-139-8
© 2021
Gabriele Pellegrini
Gabriele Pellegrini (Lucca, 1984) si forma presso la Scuola di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze dove si laurea nel 2017 con la tesi presentata in questa pubblicazione.
Gianluca Ricciolini
Gianluca Ricciolini (Foligno, 1991) si forma presso la Scuola di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze dove si laurea nel 2017 con la tesi presentata in questa pubblicazione.
Durante il percorso di questa tesi scegliendo di indirizzare l’attività su un oggetto non “nobile”, si è spostato l’accento sul tessuto minuto e spesso poco considerato che costituisce una parte quantitativamente preponderante dell’edilizia pompeiana.
Da qui è scaturita con forza la necessità di conoscere ed analizzare la serie di oggetti che furono rinvenuti all’interno dell’edificio, i quali an- cora riescono a trasmette una vivida scena di vita quotidiana.
Infatti, la ricognizione archivistica da un lato, l’acquisizione di un dato morfologico e metrico particolarmente preciso e lo studio, il confronto e l’analisi del manufatto, dall’altro, hanno permesso
di giungere ad una buona determinazione delle principali caratteristi- che della struttura edilizia. Per operare una ricostruzione il più possi- bile attendibile si è dapprima indagata la disposizione degli spazi, la loro originale funzione, nonché il loro arredo.
Da qui, sulla base delle scansioni a disposizione, registrate, georefen- ziate e confrontate sul dato fornito dalla Soprintendenza, si è potuta realizzare una ricostruzione tridimensionale dell’oggetto
nel suo antico contesto, andando a ripristinare virtualmente quanto distrutto dall’eruzione del 79d.C. e, successivamente allo scavo, dalla mancata tutela del manufatto.
Per la divulgazione del prodotto finale, ci si è dapprima orientati ver- so la progettazione di un padiglione espositivo, che avesse la duplice funzione di protezione delle rovine al civico 40 dell’Insula 16, Regio VI, e di allestimento museale temporaneo.
L’utilizzo della tecnologia costruttiva a secco è stato il necessario complemento alla progettazione, così da rispettare il canone di rever- sibilità, per un’opera inserita all’interno di un contesto
In questa cornice si è potuto trasferire il contenuto della ricerca attra- verso diversi e graduati modi di musealizzazione: realtà virtuale im- mersiva, video mapping e riproduzione in copia di oggetti
originali, conservati presso i magazzini della Sovrintendenza.
Il perno di quest’operazione è fornire al fruitore un precedente che gli dia le basi per un’interpretazione personale di altri edifici analoghi non musealizzati.