Collana Tesi
Comporre l’infranto
Ri-scrittura della Stazione Leopolda in Livorno
Barbara Bergamo,
didapress
24x27 cm
64 pagine/pages
ISBN 978-88-3338-119-0
© 2020
Barbara Bergamo
Barbara Bergamo è architetto e incisore, lavora tra Firenze e Livorno, ma ha scelto di vivere di fronte al mare. La sua è la biografia visiva di un mondo figurativo che dal liceo artistico di Livorno, la porta a Firenze, all’Accademia di Belle Arti, la facoltà di Architettura, la scuola internazionale di Arti Grafiche il Bisonte, l’atelier L’Armadillo 51r.
Da sempre interpreta il disegno come mezzo sperimentale per la conoscenza del-la vita, forma privilegiata di scrittura e condivisione di una realtà altrimenti privata.
“Prendete la pianta di una città e considerate una sua parte: vi salteranno agli occhi, come macchie nere, queste forme emergenti. Anche in questo senso parlo di elementi primari.”
(Aldo Rossi, Architettura della città )
La prima delle dieci incisioni raccolte in questo volume, rappresenta una sorta di città ideale, una Livorno che non è mai esistita in maniera così sincronica, ma dalla quale si evincono gli elementi primari della città; uno tra tutti la Stazione San Marco. Fatto urbano relativamente giovane nel suo contesto, ma forte segno architettonico, espressione oggi della volontà collettiva che, seminando in un terreno intriso di storia, vuole generare soluzioni in sintonia con il futuro. Il progetto, scavando tra gli strati sedimentati nel tempo, riflette sulla possibilità concreta di restituire l’edificio ai cittadini. Tentando di ritrovare l’arcaico legame con l’acqua e con l’antico mestiere del maestro d’ascia, propone di riconvertire la stazione Leopolda in una scuola di alta formazione, dedita alla progettazione e la costruzione di imbarcazioni, sfruttando i grandi spazi e la particolare conformazione propria della stazione di testa.
Aldo Rossi appuntava nella sua Autobiografia scientifica: “Il progetto insegue questa trama di nessi, di ricordi, di immagini pur sapendo che alla fine dovrà definire questa o quella soluzione; dall’altra parte l’originale, vero o presunto, sarà oggetto oscuro che si identifica nella copia”. Così accade che il progetto corre su due binari paralleli, architettonico e grafico, l’acido nitrico scava nello zinco per far posto all’innesto di un nuovo segno, la poesia della luce e la ricerca dell’archetipo si concretizzano nella materia e si rivelano nella stampa.