
Collana Ricerche big
Restauro dei giardini europei
Storia e teorie
Maria Adriana Giusti,
Firenze University Press
italiano
16.5x21 cm
304 pagine/pages
ISBN 979-12-215-0718-8
© 2025
Maria Adriana Giusti
Maria Adriana Giusti, già professore ordinario di Restauro (Politecnico di Torino), docente in vari atenei italiani ed esteri, si occupa di storia e conservazione del patrimonio architettonico e paesaggistico con particolare attenzione al tema dei giardini storici. è responsabile scientifico dello storico giardino Garzoni di Collodi e membro del Comitato scientifico dell’Associazione Parchi e Giardini italiani (APGI).
Punto di riferimento di questo studio è la storiografia dei giardini europei che si sviluppa tra XVIII e XX secolo e il suo riflesso sul processo di riconoscimento dei valori di memoria, dal quale avviare un confronto con quanto realizzato, a partire dai mutamenti di cultura e di sensibilità dell’Europa sette-ottocentesca e dalla portata delle trasformazioni dei giardini “formali” (ma anche la loro tenuta), in relazione al successo del jardin-paysager, come affermazione dei valori di natura e di memoria sul controllo razionale e geometrico del paesaggio.
Gli stessi restauri possono essere ricondotti alle circostanze dell’attività storiografica e alla costruzione di modelli ritenuti incorruttibili, attività che dipende dal contesto, dalle ideologie e dalle evoluzioni delle scienze. Tuttavia, la vicenda dei giardini, da Versailles a Venaria Reale, da Het Loo a Hampton Court, come oggetto del lavoro storiografico, acquisisce progressiva precisione e validità metodologica attraverso il continuo confronto con informazioni dirette e verificabili. La sua storia è quindi un processo in perenne sviluppo, determinato anche dai suoi restauri, che rientrano in una continua riscrittura. L’idea del giardino come continuum creativo, in perenne metamorfosi, dato imprescindibile per la storiografia contemporanea e punto di partenza per le riflessioni sul restauro del giardino storico, rappresenta un principio fondamentale nello sviluppo della cultura della conservazione e nell’avvio della sua teorizzazione moderna. Questa chiave di lettura mostra come il repertorio di informazioni, immagini ed esperienze rilevabili in situ rappresenti oggi una fonte imprescindibile per il confronto con le fonti indirette e l’aggiornamento storiografico, alla base delle scelte di restauro; come questo approccio sia essenziale per definire metodologie efficaci e coerenti con la sua natura dinamica e trasformativa del giardino, anche in vista delle nuove sfide del XXI secolo che vedono il giardino stesso al centro di temi planetari come la crescita sostenibile, il transumanesimo, le tecnologie distruttive, i cambiamenti climatici, il rischio di perdita della diversità biologica.
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