Collana Saggi

La città fragile

Dalla Smart alla (R) Evolving City

Federico Cinquepalmi,

didapress

italiano

11x18.5 cm

264 pagine/pages

ISBN 978-88-3338-083-4


© 2019

Abstract
Autore
 

Federico Cinquepalmi  

Professore Ordinario in Project Management alla Sapienza Università di Roma, Dipartimento di architettura e progetto. Laureato in Architettura e Pianificazione all’Università IUAV di Venezia. Dottore di ricerca in scienze e tecnologie per l’innovazione industriale (Sapienza, Facoltà d’Ingegneria). Due volte assegnista di ricerca, prima presso lo IUAV e successivamente presso la Sapienza università di Roma, Tecnologo di ruolo dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA), in aspettativa dal 2010 per incarico Dirigenziale al MIUR: dal 2010 al 2015 come direttore dell’ufficio per l’internazionalizzazione della ricerca e dal 2015 come direttore dell’ufficio per l’internazionalizzazione della formazione superiore.

Negli ultimi 30 anni ha svolto attività continuativa di ricerca e, contemporaneamente, di docenza nell’ambito della gestione dei processi edilizi ed ambientali, presso l’Università IUAV di Venezia, la Venice International University, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il National Oceanographic and Atmospheric Administration (NOAA), la University of Massachusetts (Urban Harbor Institute), Cambridge University (UK) dove è stato Visiting Academic and Researcher al Department of Geography e al Cambridge Centre for Landscape and People (CCLP) ed al Politecnico di Tirana (Albania).


Il superamento del concetto di Smart city per arrivare a quello di (R)evolving city, mette innanzi tutto in discussione cosa si debba intendere per ‘intelligenza’ di una città. Certamente la Nuova frontiera per lo sviluppo delle civiltà urbane ricomprende l’evoluzione tecnologica, ma non considera la tecnologia come la risposta definitiva a tutti i problemi delle città contemporanee. 
La (R)evolving city evolve introitando i principi dell’economia circolare, nell’interesse superiore del benessere dei suoi cittadini, e dunque consuma senza divorare, ricicla il più possibile ciò che metabolizza, contiene gli effetti della propria impronta ecologica ed in ultima analisi guida con materna e gentile cura i suoi abitanti ad un concetto nuovo di cittadinanza. Come attori del cambiamento evolutivo dei sistemi urbani, i cittadini della (R)evolving city abbandonano l’approccio predatorio evolvendo ad uno stadio superiore di organismi, integrati nell’ecosistema e rispettosi delle reciproche relazioni.

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