Collana Dida Tesi

Paesaggio italiano

Dodici esercizi di architettura

Gabriele Bartocci,

didapress

italiano

24x27 cm

224 pagine/pages

ISBN 978-88-3338-151-0


© 2021

Abstract
Autore
 

Gabriele Bartocci  

Consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Progettazione architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. Dal 2013 è docente a contratto del Laboratorio di progettazione dell’architettura. Dal 2014 svolge attività di Tutor al seminario “Architecture in its environment” presso la Facoltà di Architettura di Firenze nell’ambito del Florence Overseas Campus Tongji University per studenti cinesi; dal 2015 è
Collaboratore di Atelier all’Accademia di Architettura di Mendrisio USI-Università della Svizzera italiana.
Nel 2014 pubblica il libro L’architettura della città di Urbino da Francesco di Giorgio a Giancarlo De Carlo edito da Diabasis. Vincitore del premio IN-ARCH Istituto Nazionale di Architettura/ Ance (Marche) i suoi progetti, pubblicati in riviste e testi di architettura, sono il risultato di una ricerca basata sulla corrispondenza tra architettura e paesaggio.


Il lavoro di ricerca sulla composizione architettonica presentato in questo volume è costituito da dodici progetti, dodici tesi di laurea discusse nel biennio 2018-2020 presso la Scuola di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze che hanno avuto come comune denominatore il paesaggio italiano quale materia di progetto, origine e al contempo destinazione dello spazio ideato, luogo di sperimentazione e di interazione tra natura e architettura, tra città storica e città contemporanea. 

Ogni progetto si è inserito nel ciclo di vita del proprio contesto di riferimento conformandosi alle caratteristiche della sua condizione topografica e storica in continua mutazione.

L’esercizio che ha accompagnato la progettazione è stato quello di individuare le attitudini, i tratti distintivi, i segni originali del luogo registrando ciò che esso avrebbe potuto sopportare e ciò che invece avrebbe potuto rifiutare.

L’architettura è concepita come un organismo vivente che si alimenta della sostanza qualitativa del sito instaurando una corrispondenza biunivoca fondativa e significante con esso, con gli elementi costitutivi della sua specificità.

Lo spazio progettato è un contesto architettonico inclusivo, soggetto attivo di un’azione che sembra compiersi durante un processo in atto, durante una fase in continua perenne evoluzione. 

Il lavoro di costruzione dello spazio si palesa attraverso la configurazione formale della sua decomposizione secondo un modello concettuale di pensare e di comporre l’architettura per frammenti, per organismi non-finiti, per processi ‘in fase’ anziché per oggetti chiusi e conclusi.

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